Chi si occupa di HR sa bene che la ricchezza di ogni singola azienda è costituita dalle persone che ne fanno parte. Sono le persone – con il loro bagaglio di esperienza e con le loro qualità individuali – ad avere la capacità di determinare il successo o il fallimento di un progetto, il raggiungimento di un obiettivo, la crescita dell’azienda nel suo complesso o, al contrario, le sue difficoltà nell’affermarsi e svilupparsi.
Per questa ragione, quando ci si approccia al mondo delle risorse umane è particolarmente strategico riflettere sui temi dell’intelligenza emotiva e, in particolare, sull’importanza della selezione di leader che siano capaci di utilizzare questo tipo di intelligenza per gestire il proprio team in modo efficace, sfruttando le armi dell’empatia e della consapevolezza per creare relazioni positive e ottenere risultati soddisfacenti.
Che cos’è l’intelligenza emotiva e perché ogni leader dovrebbe allenarla
Con il termine “intelligenza emotiva” ci si riferisce alla capacità di ogni individuo di comprendere, definire e gestire le emozioni che prova, e allo stesso tempo di prestare attenzione e identificare correttamente le emozioni delle persone con cui entra in contatto. Questa capacità, che può essere più o meno sviluppata per natura, può essere opportunamente allenata e accresciuta per permettere alle persone di creare relazioni soddisfacenti, fondate sull’empatia e sulla valorizzazione delle emozioni proprie e altrui.
Disporre di questo tipo di intelligenza è fondamentale per chi ricopre ruoli di leadership, dal momento che un leader intelligente a livello emotivo è capace di mettere in campo alcune capacità fondamentali, come ad esempio:
- Consapevolezza delle proprie risorse e dei propri limiti
- Capacità di comprendere e controllare le proprie emozioni e i propri impulsi
- Attenzione per la qualità delle relazioni create con chi lo circonda
- Consapevolezza a proposito del proprio stile di leadership e capacità di adeguarlo a seconda delle diverse situazioni e dei vari contesti
L’intelligenza emotiva dei manager ha un impatto straordinario sull’intero contesto lavorativo in cui essi operano. Un manager capace di gestire efficacemente i propri impulsi, ad esempio, sarà un leader capace di relazionarsi in modo corretto con il suo team di lavoro e di contrastare l’emergere di sentimenti di rabbia o frustrazione che portano spesso a situazioni di conflitto e che danneggiano la qualità dei rapporti interpersonali. Un manager consapevole del proprio stile di leadership e sicuro delle proprie capacità sarà in grado di comunicare con il suo team in modo efficace, creando un clima di reciproco rispetto e fiducia che non potrà che migliorare le performance di tutti. Un manager consapevole dei propri punti di forza e dei propri limiti sarà maggiormente incline a delegare determinati compiti e lo farà senza provare sentimenti di auto-svalutazione e frustrazione.
Nel contesto della pandemia di virus Covid-19 si è potuto toccare con mano quanto l’intelligenza emotiva dei leader sia essenziale. Affrontare situazioni nuove e impreviste è sempre una grande sfida per chi ricopre ruoli dirigenziali, e ancora più complesso è fare i conti con un cambiamento epocale come quello che tutti noi stiamo attraversando, che si sta protraendo nel tempo e di cui è difficile prevedere le evoluzioni. In un clima segnato da una generale mancanza di serenità e da grande stress emotivo, i manager hanno dovuto mettere in campo le proprie risorse personali e tutta la loro capacità di comprendere le emozioni e i bisogni dei loro collaboratori per riuscire a modificare proficuamente la propria leadership e ad accompagnare i membri del loro team attraverso una situazione inedita e imprevista. I leader più intelligenti a livello emotivo sono quelli che sono riusciti ad affrontare meglio questa sfida, tenendo sotto controllo i livelli di stress e mettendo il proprio gruppo di lavoro in condizione di poter continuare a lavorare al meglio.
L’intelligenza emotiva si può misurare? L’approccio di Flower&Klein
Se il quoziente intellettivo può essere misurato tramite test che permettono di ottenere un risultato numerico preciso, l’intelligenza emotiva è un parametro più complesso da determinare, e non esiste oggi un singolo indicatore in grado di dirci se un certo manager o potenziale manager sia “più emotivamente intelligente” rispetto a un altro. L’intelligenza emotiva si compone infatti di una lunga serie di competenze che possono essere più o meno consolidate, e che possono essere allenate e accresciute tramite interventi mirati.
Per questa ragione, determinare l’intelligenza emotiva di un manager richiede un’analisi piuttosto complessa, che deve essere portata a termine da personale qualificato, come i professionisti di Flower&Klein. Per effettuare questa analisi è necessario prevedere una serie di incontri con i manager, nel corso dei quali vengono condotte attività di diverso tipo (colloqui diretti, attività di gruppo, compilazione di test e questionari e così via). Al termine di questo percorso viene prodotto un report, elaborato in prospettiva multifattoriale, in cui vengono forniti riscontri in merito a varie caratteristiche della persona che si è sottoposta al test. L’analisi del suo stile comportamentale, della sua personalità, del suo assetto motivazionale permette di ricavare informazioni sulla sua capacità di relazionarsi in modo empatico con gli altri, di analizzare le proprie emozioni, di farsi carico del benessere psicologico del gruppo, e permette quindi di determinare il suo livello di intelligenza emotiva. A partire da questa analisi sarà poi possibile fornire al manager eventuali supporti per aiutarlo a crescere come leader e a esprimere al meglio il suo potenziale.